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Una volta il mare


Dipinto di Enrica Vigato (in collezione privata) - Instagram @enricavigatoart



Una volta il mare era più pulito, per questo le creature marine avevano meno problemi di sopravvivenza.

Una volta nel mare le isole si formavano grazie ai vulcani o ai movimenti tellurici della crosta terrestre mentre ora, a causa di un processo iniziato da almeno sessant’anni, altre isole si stavano formando a causa della mente “vulcanica” dell’uomo, che aveva trovato il modo di produrre un nuovo materiale: la plastica.


Diciamo che l’essere umano, per facilitarsi l’esistenza, era sempre stato molto creativo. Aveva inventato la ruota con i suoi tantissimi utilizzi, aveva scoperto il fuoco e capito come produrre i metalli per crearsi attrezzature come l’aratro, utile all’agricoltura, nel trasporto aveva sostituito i cavalli (simpatici animali) con gli altri cavalli più potenti dei motori a scoppio, dopo aver perlustrato il mondo intero aveva iniziato a viaggiare nello spazio, ora stava lanciando in orbita migliaia di satelliti per facilitare le comunicazioni tra tutto il genere umano.


Tutte cose belle, se non ci fosse stato un “ma”.


Proprio così perché l’essere umano, in mezzo a tutta questa gioiosa creatività, aveva tralasciato di potenziare il proprio “pensiero critico”. Era il pensiero importante che gli faceva porre delle domande tipo: “è corretto il mio comportamento?” “sto danneggiando qualcuno?” “sono prepotente?”


Era diventato molto comodo lasciare il “pensiero critico” in mano solo ai filosofi, ai pensatori, agli artisti, ai sognatori perché ne esistevano pochi al mondo e non davano fastidio alla restante grande massa umana che non si prendeva neanche la briga di almeno capirli.


Abbagliati dal progresso che li stava facendo vivere bene e a lungo (molto più a lungo dei loro antenati), la maggioranza delle persone non aveva voglia di porsi delle domande “scomode”.


Quindi, mentre sulla terra gli umani aumentavano di anno in anno di numero ( si era arrivati ad essere otto miliardi = 8.000.000.000) consumando risorse a non finire, di pari passo aumentavano anche gli atteggiamenti del “e chi se ne frega”.


Grazie a tutti questi “e chi se ne frega”, le conseguenze non piacevoli sul pianeta crescevano a vista d’occhio.


Infatti nel mare si erano formate almeno sette enormi isole di plastica che stavano facendo morire gli animali marini, le foreste stavano scomparendo velocemente perché bisogna fare spazio agli allevamenti intensivi che servivano a sfamare gli umani, rimasti carnivori.

Gli allevamenti intensivi a loro volta contribuivano ad aumentare la CO2 nell’atmosfera che a sua volta faceva aumentare le temperature, scogliere i ghiacciai, innalzare i livelli dei mari, aumentare il numero delle zone desertiche e dei fenomeni naturali estremi come alluvioni, tempeste, uragani ed incendi.


Non parliamo poi del livello di litigiosità raggiunto dagli umani, che iniziavano a stare stretti su un pianeta che sicuramente non poteva allargarsi, per farli stare tutti comodi.


Quindi ecco aumentare il fenomeno delle migrazioni, delle guerre per accaparrarsi le materie prime utili per continuare a vivere nelle comodità, delle prepotenze per far primeggiare le proprie credenze su quelle degli altri e così giustificare i propri pessimi comportamenti.


Un vero disastro, in mezzo al quale non erano solo gli animali marini a subirne le conseguenze.


Per ritornare alla questione delle isole di plastica nel mare, come si erano formate?

Cosa era successo? Si erano forse risvegliati gli orchi del sottosuolo, tornati ad essere dispettosi perché trasformavano direttamente il petrolio in vaschette monouso o sacchetti che poi sputavano fuori direttamente dalle sorgenti dei corsi d’acqua?

O forse i draghi, stanchi di giocare a scacchi, si erano messi in mente di utilizzare il loro fiato infuocato per modellare la plastica e farla arrivare direttamente sulle isole di rifiuti?


Niente di tutto questo perché qui c’entravano, come al solito, ancora una volta gli umani con tutti i loro “e chi se ne frega gettiamo tutto in mare”.


Gli umani non avevano ancora capito che anche i loro gesti quotidiani contribuivano a generare questo squilibrio.


Differenziare correttamente i propri rifiuti domestici.


Non usare le vie, i parchi cittadini, i corsi d’acqua come discariche personali dove depositare tutto quello che non serviva più.


Acquistare in modo etico ponendo attenzione alla provenienza e al modo con il quale venivano prodotte le cose che si era in procinto di comperare.


Diminuire il numero degli oggetti che si accumulavano nelle case, insomma fare uno shopping consapevole: questa era la via giusta da seguire.


Ma abbandonare l’atteggiamento del “e chi se ne frega” costava fatica, perché bisognava impegnarsi per cambiare in meglio!


Per interrompere le azioni sbagliate, In Italia ad esempio, sarebbe stato necessario un IT-alert con un “driin“ speciale per allertare chi non aveva ancora attivato nel cervello il tasto “on”, il tasto che spingeva ogni umano ad interrogarsi sui propri comportamenti. Con questo “driin” speciale si sarebbe ricordato alla persona di interagire bene con l’ambiente perché alla fine dell’anno si sarebbe fatta la conta dei “driin”: se non ne avevi collezionato nemmeno uno, ti portavi a casa il premio.


E che premio! Si poteva scegliere tra cene al ristorante, buoni spesa in negozi biologici, gite ai laghi, visite guidate ai musei, biglietti per cinema, teatri e così via.


Sarebbe mai arrivato questo “driin” speciale?

Chissà! Forse un gruppo di giovani universitari sarebbe riuscito, in un futuro molto prossimo, a realizzare il progetto fantastico del “driin” speciale, iniziando da quello appena partito e arrivato a tutti i cellulari in Lombardia il 19 settembre 2023 alle ore 12 e collegandolo ai satelliti dai mille occhi che controllavano il territorio.


Questi mille occhi avrebbero visto chi si stava comportando male con l’ambiente e avrebbero attivato il “driin” ricordando a chi lo stava ricevendo che non si è qui sulla terra per distruggerla.


Si è qui per potenziare la parte migliore di noi, il pensiero creativo, l’esistenza in armonia con tutte le specie viventi, l’empatia, l’amore.




Gli autori: il Mare e il “driin” speciale.



Se aprite questo link https://blog.laica.it/isole-di-plastica-cosa-sono insieme ad una cartina geografica, potete individuare tutte le isole di plastica.


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