Erano in tantissimi e abitavano nella grande casa del Tempo.
Formavano una moltitudine impossibile da misurare perché non c’erano abbastanza numeri per rappresentarli.
Scorrevano veloci come le limpide acque tumultuose delle cascate e non si fermavano mai.
Non si faceva in tempo a dire “scusi…” che già loro erano passati e non potevano più darti retta. “Mamma mia che velocità!”
Bisognava assolutamente fare una magia e porre rimedio, almeno per un istante, a tutta questa rapidità che faceva venire il capogiro. Era proprio necessario, per poter sussurrare all’orecchio dell'indisciplinato fumatore, nel momento esatto in cui stava per fare il gesto, un bel NO.
Quel NO, sussurrato in modo gridato, lo avrebbe fermato e avrebbe messo in moto i meccanismi del suo cervello, facendoli funzionare in modo corretto.
“Ma cosa sto facendo?” si sarebbe chiesto il fumatore dopo aver sentito quel NO nella sua testa, cercando con lo sguardo il cestino più vicino per gettare là il mozzicone, invece di buttarlo a terra.
Inoltre il meccanismo ora funzionante del suo pensiero, avrebbe risolto facilmente anche il quesito di cosa fare in assenza di cestini visibili sulla strada: il mozzicone sarebbe stato avvolto da un fazzoletto di carta e messo in tasca per essere smaltito a casa nei rifiuti indifferenziati (per chi abita a Cusano Milanino, nel sacco blu con il chip).
Ma chi avrebbe sussurrato all’orecchio dell'indisciplinato fumatore quel NO?
La stessa Fata che avrebbe fermato i velocissimi istanti per un istante.
Ma esistevano ancora le Fate o erano passate di moda e quindi vivevano solo nei libri di favole? E se erano reali, come fare per incontrarle e sottoporre loro questa idea?
Circa la loro presenza sulla terra c’erano numerosi pareri; per i bambini non c’erano dubbi perché conoscevano benissimo la Fatina della Buonanotte e la Fatina dei Dentini, entrambe amiche degli Elfi e degli Gnomi dei giardini.
Per i genitori forse esistevano ma non ci pensavano mai perché avevano altro per la testa: bambini da crescere, lavoro da svolgere, commissioni da fare, ordine e ri-ordine e pulizie della casa, cura dei nonni...
Per i nonni le Fate erano ricordi del passato che si confondevano con quelli del tempo che fu: erano certi che si potessero incontrare ma non si ricordavano più in che modo.
Gli unici quindi in grado di fare qualche cosa di utile per incontrare le Fate erano i bambini: con il passaparola un giorno si ritrovarono tutti nel grande prato del Parco e in un girotondo meraviglioso incominciarono a cantare la Canzone del Richiamo.
Era una formula magica che conoscevano solo loro ed era da cantare ad occhi chiusi proprio in girotondo, tenendosi per mano.
Riuscirono benissimo a mettersi in contatto con le Fate, che furono ben felici di esaudire la loro richiesta: fermare gli attimi per un attimo per sussurrare quel NO gridato nelle orecchie dei fumatori indisciplinati e rendere così il mondo più pulito.
Quindi da quel giorno in poi i bambini, quando vedevano che sempre più fumatori in strada usavano i cestini per gettare via i loro mozziconi o se li mettevano in tasca per buttarli a casa, sorridevano pensando alle Fate e silenziosamente le ringraziavano.
Ma con quali parole e musica i bambini avevano cantato la Canzone del Richiamo riuscendo a fare la magia?
Questo nessuno lo sa: è un segretissimo segreto che solo loro conoscono e che segretamente conservano nel proprio cuore.
Gli autori:
I Bambini e le Fate
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