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Teresa e il lungo filo


Foto: Lilli Braccioli


Quanti anni aveva Teresa? Nessuno lo sapeva. Anche lei, quando glielo chiedevano le rare volte che andava dal dottore, doveva prendere in mano la sua carta di identità per fare i calcoli.


Poteva fare una sottrazione: anno 2021 - anno di nascita = età oppure una addizione, partire dall’anno di nascita e poi sommare + 10+10+10+10 … fino ad arrivare al 2021 e ricostruirla in quel modo.


Per Teresa comunque questi calcoli erano solo una perdita di tempo perché la sua età era esattamente quella che si sentiva cucita addosso: indefinita e fluttuante nel mondo fantastico in cui viveva.


Età cucita addosso: giusta questa definizione per Teresa perché lei si guadagnava da vivere proprio cucendo e ricamando.

Creava abiti su misura per occasioni speciali; era grazie alla sua fantasia che trovava quei piccoli dettagli che li rendeva unici.


Abiti da cerimonia che inoltre avevano il pregio di poter essere indossati anche dopo gli eventi importanti: bastava togliere quei “piccoli dettagli” ed ecco che diventavano abiti portabili in ogni occasione.


Tra le mani aveva un’altra dote: il ricamo.

Punti precisi, morbidi al tatto, alle volte vaporosi come le piume del tarassaco, solo che i punti di Teresa non volavano via al primo soffio di vento; le sue realizzazioni duravano nel tempo.


La sua clientela non era solo femminile.

C’era stato anche un uomo, un americano di nome Tom che, dopo averla conosciuta navigando in Internet e aver ammirato le sue realizzazioni, scelse proprio lei per far ricamare un cappello.


Era di paglia di Firenze e Tom, ritornando in Texas, lo voleva portare in regalo a sua moglie. Doveva essere un dono speciale perché era la prima volta che arrivava in Italia per lavoro: in primavera tutta la Penisola era in fiore e ne era rimasto folgorato.


La luce, i tramonti, la brezza leggera, i profumi, i sapori del cibo, la morbidezza dell’accoglienza, la luminosità dei sorrisi: in quel ricamo dell’Italia sul cappello di paglia c’era tutto quello che Tom voleva riportare a casa.


Forse in Teresa albergava un po’ di magia, perché era riuscita a trasferire la bellezza dell’Italia percepita da Tom nei piccoli e vaporosi punti del suo ricamo.


Lei trovava magia ovunque, nelle piccole cose, nei suoi colori preferiti, il bianco, l’arancione, nel passeggiare nei prati pieni di margherite del vicino parco.


Passeggiare la faceva stare bene.


Le sue idee nascevano proprio camminando nel verde, ma un mattino il suo occhio venne attratto da un mix di bianco e arancione che stonava: era il colore di un mozzicone di sigaretta gettato nel prato. Aguzzando lo sguardo ne vide un altro e poi un altro ancora. C’era letteralmente un tappeto di mozziconi tra le margherite appena sbocciate: un orrore!


Teresa però non si perse d’animo a quella vista e nei giorni seguenti iniziò a raccoglierli uno a uno.


Dopo aver riempito, pian pianino nel tempo, dieci scatole con i mozziconi, iniziò a realizzare la sua “creazione”.


Prese una spoletta di filo bianco da centro metri, un ago finissimo, si infilò i guanti e iniziò a cucire.


Fu così, con punti precisi e decisi, che le migliaia di mozziconi raccolti vennero saldati uno dietro l’altro in una lunghissima catenella affumicata bicolore e il giorno della festa del paese, con l’aiuto dei Bambini e delle Maestre delle scuole elementari, questa lunghissima catenella venne portata nel luogo della cerimonia.


Cosa si festeggiava quel giorno? Si festeggiavano la Natura e le sue bellezze.


Ma ecco che, nel bel mezzo dell’evento, i presenti videro arrivare da lontano una folla di Bambini festanti: con Teresa e le Maestre stavano attraversando il prato per raggiungere il laghetto, luogo del ritrovo cittadino.


In fila indiana i Bambini, con i guanti, trasportavano il lungo filo di Teresa con inanellati le migliaia di mozziconi da lei raccolti nel prato.


Dopo essere arrivati sul posto ed aver arrotolato tutto il filo (quasi cento metri di collana affumicata!) sulla testa della statua del cavallo di Napoleone, che se fosse stato vivo sarebbe morto soffocato, Teresa, le Maestre e i Bambini in coro dissero:


“Fermi tutti questa è un'installazione! Vedete questi mozziconi? Sono i vostri! Come fate a festeggiare la Natura e le sue bellezze se non le rispettate?

Mettete subito la mano destra sul cuore e prometteteci che non li getterete più a terra!

E comunque noi vi controlleremo, perché la Natura ci accoglie tra le sue braccia e noi dobbiamo amarla!

Quest’anno tutti i pasticcini che sono in questa festa non ve li siete meritati e quindi li mangeremo noi.

L’anno prossimo, forse, potrete assaggiarli: tutto dipenderà dal vostro comportamento”.


Non vi dico la felicità dei Bambini che finalmente potevano sgridare i grandi e mandarli a letto senza cena…

E poi diventare i loro controllori, rimproverarli se buttavano a terra i mozziconi e farglieli anche raccogliere!


Per i Bambini quella fu una festa fantastica, un divertimento assoluto e si vedeva che la Natura stava sfoggiando il suo sorriso più bello: sapeva che da quel giorno in poi avrebbe avuto tanti giovani e attentissimi difensori.



Gli Autori: Teresa e i Bambini delle scuole elementari.



Foto Facebook: Scuole del Mare e del Bosco

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